Fuori Dai Denti #03 – Eternals (Chloe Zhao)

Fuori Dai Denti #03 – Eternals (Chloe Zhao)

I film più attesi della stagione raccontati in poco più di mille battute, volutamente a caldo, appena usciti dalla sala o appena viene sollevato il tradizionale embargo: cosa funziona, cosa no, cosa ci ha colpito, su cosa, magari, vorremmo tornare per un eventuale approfondimento.

A tratti va fuori strada, si fa troppo carico della sua identità di film “trasversale” della Marvel e, in alcuni momenti, forse si lancia verso atmosfere “alte” che, alla lunga, non riesce a mantenere coese perché i toni con cui sceglie di raccontare la sua storia non glielo permettono ma è, ad oggi, il film che rompe più tabù della Marvel.

Per primo, quello della fisicità, della tangibilità, mai così presente come in altri film dell’MCU, tra baci, sesso e quant’altro, poi quello del non-tempo, del non-luogo, perché mentre, finora, l’MCU pareva ambientarsi in un continuo e asettico set intercambiabile, perso in una qualche singolarità temporale, Eternals è forse il film Marvel che si carica maggiormente della simbologia di certi luoghi (da Hiroshima all’Australia, all’Amazzonia, tutti caratterizzati da una certa riconoscibilità e concretezza) e che semba più attaccato non solo alla Storia ma anche al Presente, al contesto in cui si inserisce, alla sua tecnologia, persino al suo modo di intendere il cinema (che non a caso è costantemente sulla bocca di alcuni suoi personaggi).

È sporco, imperfetto, per quanto la Marvel voglia convincere lo spettatore del contrario, ma non riesco a considerarlo mal riuscito.

Alessio Baronci

Classe 1992. È laureato in Letteratura, Musica e Spettacolo alla Sapienza e ha continuato imperterrito ad indagare il mondo delle arti specializzando in Spettacolo, Moda ed Arti Digitali. Folgorato sulla via della celluloide a nove anni, dopo aver visto "Il Gladiatore" di Ridley Scott, da quel momento fagocita film di ogni tipo mosso da due convinzioni: la prima è che tutte le arti sono in comunicazione tra loro e sono influenzate dal contesto culturale in cui nascono; la seconda è che poche forme d’arte hanno un solo significato, la maggior parte nasconde qualcosa di più profondo all'occhio di chi guarda. Scoprire "quel qualcosa", sempre, è uno degli obiettivi della sua vita. Quando sul finire del 2015 fonda “Liberando Prospero”, insieme agli altri membri del primo nucleo, lo fa con l’obiettivo di distruggere e ricostruire da zero il rapporto tra arte e pubblico, utilizzando ogni mezzo necessario allo scopo. Fa parte del team di autori del blog ed è "dramaturg" e performer del collettivo per quanto riguarda il versante delle esibizioni live.

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