Fuori Dai Denti #02 – Halloween Kills (David Gordon Green)

Fuori Dai Denti #02 – Halloween Kills (David Gordon Green)

I film più attesi della stagione raccontati in poco più di mille battute, volutamente a caldo, appena usciti dalla sala o appena viene sollevato il tradizionale embargo: cosa funziona, cosa no, cosa ci ha colpito, su cosa, magari, vorremmo tornare per un eventuale approfondimento.

Più centrato e a suo modo divertente del primo capitolo, ha il suo picco nella bella sequenza dell’ospedale ma è ugualmente problematico, didascalico, inspiegabilmente pieno di spunti e di idee che girano a vuoto e rallentano il racconto.

Soprattutto, però, Halloween Kills, è, a mio parere, una prova forte di quanto al franchise di Gordon Green e Blumhouse manchi una progettualità a lungo termine, non tanto in termini narrativi ma tematici.

Halloween ed Halloween Kills raccontano chiaramente il contesto socioculturale in cui si inseriscono, com’è normale da parte di certo cinema di genere, ma la sensazione è che gli spunti su cui lavorano non siano parte di un discorso più ampio, di una “lettura” particolare di David Gordon Green ma siano legati, semplicemente, a ciò di cui si parla in quel momento, al brusio dell’opinione pubblica. E così argomenti che davvero meriterebbero un sano approfondimento, delle sane argomentazioni, anche attraverso il cinema di genere, vengono acquisiti e rilanciati dalla diegesi senza soluzione di continuità.

“Halloween” era l’horror dell’era #metoo, “Halloween: Kills” è l’horror sui fantasmi dell’estremismo e su quelli dell’assalto al congresso, ma è tutto in superficie, tutto abbozzato, tutto lasciato annegare nel marasma delle immagini.

Edit (1 Novembre 2021)

Per chiunque volesse, ho discusso del film (e del bellissimo The Last Duel, di Ridley Scott) nella puntata del 1 Novembre del Salotto Monogatari:

Alessio Baronci

Classe 1992. È laureato in Letteratura, Musica e Spettacolo alla Sapienza e ha continuato imperterrito ad indagare il mondo delle arti specializzando in Spettacolo, Moda ed Arti Digitali. Folgorato sulla via della celluloide a nove anni, dopo aver visto "Il Gladiatore" di Ridley Scott, da quel momento fagocita film di ogni tipo mosso da due convinzioni: la prima è che tutte le arti sono in comunicazione tra loro e sono influenzate dal contesto culturale in cui nascono; la seconda è che poche forme d’arte hanno un solo significato, la maggior parte nasconde qualcosa di più profondo all'occhio di chi guarda. Scoprire "quel qualcosa", sempre, è uno degli obiettivi della sua vita. Quando sul finire del 2015 fonda “Liberando Prospero”, insieme agli altri membri del primo nucleo, lo fa con l’obiettivo di distruggere e ricostruire da zero il rapporto tra arte e pubblico, utilizzando ogni mezzo necessario allo scopo. Fa parte del team di autori del blog ed è "dramaturg" e performer del collettivo per quanto riguarda il versante delle esibizioni live.

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