Fuori Dai Denti #05 – Ghostbusters: Legacy (Jason Reitman)

Fuori Dai Denti #05 – Ghostbusters: Legacy (Jason Reitman)

Centra alla perfezione la sintesi di una sorta di “poetica degli oggetti”, che gli permette di ragionare sulla nostalgia non trattando certi prelievi da un immaginario noto come entità inerte ma rimettendole nel flusso delle immagini, rivivificandoli, letteralmente aggiustandoli, rimettendoli in moto. È lo stesso approccio, da un certo punto di vista, di “Ready Player One” di Spielberg, che, in effetti, è una sorta di padre putativo del film, al di là del feeling generale della pellicola.

Poi, improvvisamente, sembra provare paura di ciò che sta creando da zero e prova a contenerlo…ad esempio rinchiudendo i personaggi e l’azione in una sorta di Luna Park nostalgico, una cittadina del 2021 che parla la lingua del cinema anni ’80 e sembra uscita da uno spin-off dei film di Donner, Zemeckis e Spielberg (ancora lui…).

E allora, in prospettiva, l’ultimo atto, affettuoso, ma anche astuto omaggio a ciò che è stato, è davvero una resa incondizionata ad un film, ad un tipo di cinema, addirittura ad un fandom, che è meglio non toccare, lasciare lì (chissà perchè, poi?).

Funziona, è anche un prodotto più curato delle attese, gronda amore per il franchise, ma non smuove nulla al di là dell’emotività istantanea data dalle citazioni o dai camei di lusso…

Forse me lo dimenticherò tra qualche settimana. Forse no. Chissà…

Alessio Baronci

Classe 1992. È laureato in Letteratura, Musica e Spettacolo alla Sapienza e ha continuato imperterrito ad indagare il mondo delle arti specializzando in Spettacolo, Moda ed Arti Digitali. Folgorato sulla via della celluloide a nove anni, dopo aver visto "Il Gladiatore" di Ridley Scott, da quel momento fagocita film di ogni tipo mosso da due convinzioni: la prima è che tutte le arti sono in comunicazione tra loro e sono influenzate dal contesto culturale in cui nascono; la seconda è che poche forme d’arte hanno un solo significato, la maggior parte nasconde qualcosa di più profondo all'occhio di chi guarda. Scoprire "quel qualcosa", sempre, è uno degli obiettivi della sua vita. Quando sul finire del 2015 fonda “Liberando Prospero”, insieme agli altri membri del primo nucleo, lo fa con l’obiettivo di distruggere e ricostruire da zero il rapporto tra arte e pubblico, utilizzando ogni mezzo necessario allo scopo. Fa parte del team di autori del blog ed è "dramaturg" e performer del collettivo per quanto riguarda il versante delle esibizioni live.

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