Eikòna #02 – Speed Demons

Eikòna #02 – Speed Demons

Circondati, quasi sovrastati da immagini, notizie, hype, spesso risulta difficile “leggere” davvero lo spazio mediale che ci circonda, capirne le linee, riflettere sulle suggestioni che particolari elementi, progetti, ci sottopongono, individuare, forse soprattutto, le connessioni segrete, i dialoghi che si sviluppano tra prodotti culturali apparentemente diversissimi.Eikòna è dunque un momento di pausa dal clamore dell’infosfera, in cui fermarsi e ragionare di questa conversazione continua tra film, serie, videogiochi, spesso stimolati da notizie appena rilasciate o grandi uscite del periodo.

Nicholas Roeg, Federico Fellini e un’Ultima Notte ai Castelli Romani

Mi piace pensare che, tra Bava e Roeg, nella complessa cartografia di riferimenti e prelievi di Last Night In Soho, trovi spazio questo straordinario oggetto non identificato, che con il film di Wright condivide non solo Terence Stamp ma anche lo stesso sguardo decadente sugli anni ’60 (sebbene, ovvio, questo sia di prima mano rispetto a quello messo in campo da Wright), a tal punto che, in prospettiva, dal punto di vista del regista inglese, quella di Toby Dammit è davvero una Last Night In Castelli Romani.

Al di là di battute, supposizioni, giochi, sono comunque, ancora, i quaranta minuti più vertiginosi del cinema di Fellini, con un primo atto che è anche lucida e ironica analisi sullo stato di certo cinema popolare di quegli anni.

Se avete voglia di recuperare Toby Dammit, lo potete recuperare qui:

Alessio Baronci

Classe 1992. È laureato in Letteratura, Musica e Spettacolo alla Sapienza e ha continuato imperterrito ad indagare il mondo delle arti specializzando in Spettacolo, Moda ed Arti Digitali. Folgorato sulla via della celluloide a nove anni, dopo aver visto "Il Gladiatore" di Ridley Scott, da quel momento fagocita film di ogni tipo mosso da due convinzioni: la prima è che tutte le arti sono in comunicazione tra loro e sono influenzate dal contesto culturale in cui nascono; la seconda è che poche forme d’arte hanno un solo significato, la maggior parte nasconde qualcosa di più profondo all'occhio di chi guarda. Scoprire "quel qualcosa", sempre, è uno degli obiettivi della sua vita. Quando sul finire del 2015 fonda “Liberando Prospero”, insieme agli altri membri del primo nucleo, lo fa con l’obiettivo di distruggere e ricostruire da zero il rapporto tra arte e pubblico, utilizzando ogni mezzo necessario allo scopo. Fa parte del team di autori del blog ed è "dramaturg" e performer del collettivo per quanto riguarda il versante delle esibizioni live.

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