Eikòna #01 – Spie, Corse, Padri

Eikòna #01 – Spie, Corse, Padri

Circondati, quasi sovrastati da immagini, notizie, hype, spesso risulta difficile “leggere” davvero lo spazio mediale che ci circonda, capirne le linee, riflettere sulle suggestioni che particolari elementi, progetti, ci sottopongono, individuare, forse soprattutto, le connessioni segrete, i dialoghi che si sviluppano tra prodotti culturali apparentemente diversissimi.Eikòna è dunque un momento di pausa dal clamore dell’infosfera, in cui fermarsi e ragionare di questa conversazione continua tra film, serie, videogiochi, spesso stimolati da notizie appena rilasciate o grandi uscite del periodo.

La spia è nei dettaglia: appunti attorno a Dr. No (Terence Young, 1962)

Non sono nel pieno della maratona integrale di tutti i titoli Bondiani in attesa di No Time To Die, come molti, ma in questo periodo anche io sto rivedendo qualcuno dei film della saga.

Quelli che ci ricordiamo meno, quelli che, immaginiamo, possano tornare in forma di riferimenti più o meno accennati nel film di Fukunaga.

Rivedendo Dr. No mi riscopro innamorato dello stesso aspetto che mi colpì quando lo vidi la prima volta: la cura nella gestione di certe sequenze apparentemente “lente”, in realtà gustosissime.

I silenzi e la dilatazione dei tempi nei momenti in cui Bond è in camera da solo, i gesti misurati con cui bonifica la stanza d’albergo, la diegesi che si sofferma sul dettaglio della mano che, con gesto sicuro, blocca un capello sulla porta dell’armadio per farne un rudimentale dispositivo di sorveglianza, il modo in cui, in un momento successivo, in quella stessa camera si prepara un whisky. Una roba da feticismo della narrazione spionistica.

La prima immagine ufficiale della serie di The Last Of Us per HBO

Ieri Naughty Dog aveva dichiarato di voler chiudere l’annuale Outbreak Day dedicato a The Last Of Us con un messaggio di commiato a sorpresa.

Il messaggio era questa foto, la prima still della serie HBO su The Last Of Us con, tra gli altri, Pedro Pascal ed Anna Torv.

Uno spazio sempre più filologicamente identico all’originale (lo zaino di questo Joel è spaventosamente identico a quello del videogame, per dire) che è anche una sorta di messa in scacco dell’immagine cinematografica e televisiva (a maggior ragione se quello legato a doppio filo a quella dimensione digitale con cui interagiamo ogni giorno): il videogioco ricrea il reale e la serialità parte da quel reale (che giocoforza è una creazione “alla seconda”) per creare una dimensione che nel riappropriarsi di quel contesto, di quella realtà, rischia anche di esserne una riproposizione straordinariamente depotenziata (non solo in termini di rappresentazione estetica ma anche narrativi).

Sono comunque impressioni a caldo, queste, si vedrà poi come se la sarà giocata HBO.

Licorice Pizza e Don’t Wanna delle Haim – la corsa nel cinema di Paul Thomas Anderson

Dialoghi transmediali: sopra, Alana Haim che corre a perdifiato nel video di Don’t Wanna, delle Haim, di cui Paul Thomas Anderson è stato regista ma anche curatore editoriale di tutto l’ultimo disco del terzetto Californiano Woman In Music Pt. III

Sotto: la stessa Alana Haim corre nel trailer di Licorice Pizza, prossimo film di Paul Thomas Anderson in arrivo in USA a Novembre 2021 ed in cui Alana è protagonista insieme a Cooper Hoffman (ma, si dice, ci saranno camei anche delle sorelle Este e Danielle).

Il link al video: https://www.youtube.com/watch?v=crZvtA9I4lY

Il link al trailer: https://www.youtube.com/watch?v=ofnXPwUPENo&pp=ygUWbGljb3JpY2UgcGl6emEgdHJhaWxlcg%3D%3D

Alessio Baronci

Classe 1992. È laureato in Letteratura, Musica e Spettacolo alla Sapienza e ha continuato imperterrito ad indagare il mondo delle arti specializzando in Spettacolo, Moda ed Arti Digitali. Folgorato sulla via della celluloide a nove anni, dopo aver visto "Il Gladiatore" di Ridley Scott, da quel momento fagocita film di ogni tipo mosso da due convinzioni: la prima è che tutte le arti sono in comunicazione tra loro e sono influenzate dal contesto culturale in cui nascono; la seconda è che poche forme d’arte hanno un solo significato, la maggior parte nasconde qualcosa di più profondo all'occhio di chi guarda. Scoprire "quel qualcosa", sempre, è uno degli obiettivi della sua vita. Quando sul finire del 2015 fonda “Liberando Prospero”, insieme agli altri membri del primo nucleo, lo fa con l’obiettivo di distruggere e ricostruire da zero il rapporto tra arte e pubblico, utilizzando ogni mezzo necessario allo scopo. Fa parte del team di autori del blog ed è "dramaturg" e performer del collettivo per quanto riguarda il versante delle esibizioni live.

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