Eikòna #03 – Punctum

Eikòna #03 – Punctum

Circondati, quasi sovrastati da immagini, notizie, hype, spesso risulta difficile “leggere” davvero lo spazio mediale che ci circonda, capirne le linee, riflettere sulle suggestioni che particolari elementi, progetti, ci sottopongono, individuare, forse soprattutto, le connessioni segrete, i dialoghi che si sviluppano tra prodotti culturali apparentemente diversissimi.Eikòna è dunque un momento di pausa dal clamore dell’infosfera, in cui fermarsi e ragionare di questa conversazione continua tra film, serie, videogiochi, spesso stimolati da notizie appena rilasciate o grandi uscite del periodo.

Macca crea Get Back in Get Back

Tra le tantissime vertigini di Get Back c’è anche questa cosa qui: McCartney che arriva, a malapena saluta, attacca l’Hofner e gioca, comincia a far girare, quello che a me è sembrato tipo uno spunto a cui ha pensato o in macchina arrivando lì o la sera prima davanti alla tv o la mattina stessa a colazione. C’è un’urgenza tale che pare proprio una roba che ha bisogno di essere fissata prima che gli sfugga di mente. Bellissimo.

Lo Spider-Man di Sam Raimi: Un fatto plastico

L’imminente uscita in sala di Spider-Man: No Way Home, permette di aprire un’affascinante parentesi su ciò che è stato, in particolare sul modo di raccontare lo sparagnatele tutto peculiare di Sam Raimi: completamente ripiegato sul corpo del protagonista, concentrato a raccontarne le tensioni, l’atleticità, la reattività, in presa diretta, con un linguaggio analogico. Quasi un residuo di un altro mondo, di un altro cinema, che, ora, forse, sta tornando lentamente in primo piano attraverso il lavoro di David Leitch e Chad Stahelski.

Alessio Baronci

Classe 1992. È laureato in Letteratura, Musica e Spettacolo alla Sapienza e ha continuato imperterrito ad indagare il mondo delle arti specializzando in Spettacolo, Moda ed Arti Digitali. Folgorato sulla via della celluloide a nove anni, dopo aver visto "Il Gladiatore" di Ridley Scott, da quel momento fagocita film di ogni tipo mosso da due convinzioni: la prima è che tutte le arti sono in comunicazione tra loro e sono influenzate dal contesto culturale in cui nascono; la seconda è che poche forme d’arte hanno un solo significato, la maggior parte nasconde qualcosa di più profondo all'occhio di chi guarda. Scoprire "quel qualcosa", sempre, è uno degli obiettivi della sua vita. Quando sul finire del 2015 fonda “Liberando Prospero”, insieme agli altri membri del primo nucleo, lo fa con l’obiettivo di distruggere e ricostruire da zero il rapporto tra arte e pubblico, utilizzando ogni mezzo necessario allo scopo. Fa parte del team di autori del blog ed è "dramaturg" e performer del collettivo per quanto riguarda il versante delle esibizioni live.

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